In transito verso le vacanze. Prima è arrivato il corpo, ha dormito a intervalli regolari, si è alzato sonnambulo per lavorare, ha nuotato per liberare l’inverno, ha fatto yoga per ricordarsi di respirare, poi ha lavorato di nuovo, e così da venerdì. A 4 giorni dalle vacanze ufficiali, prima dell’agognata modalità no mail, no consegne, no menate, sto a poco a poco facendo cadere la maschera per recuperare chi sono, vado a gradi, prima recupero il corpo, non fumo, non bevo, tiro su il sedere, poco a poco comincio a sentirmi, e a scrivere. Ogni minuto che passa allontano da me gli esseri umani- scrivo sulle stelle. Preparo sortilegi e pozioni. Sono tornata, sono la strega di Smirne.
Excerpt by Sandburg ”
So near you are, summer stars,
So near, strumming, strumming,
So lazy and hum-strumming.”
Cosa c’entra l’anguria? Ogni agosto è capodanno per una scrittrice turca che ha scelto di farsi prima casa e carriera, e poi ritagliarsi (non riuscendoci molto bene) tempo per vivere la vera vita, la sua verità, insomma essere me, cacchio scrivere una cosa sensata – e pubblicarla.
Pensiero:
Potrei schiattare all’apice della mia carriera senza avere mai eseguito a pieno i miei piani d’artista. E se la mia preoccupazione fosse mai stata quella di avere i soldi per pagarmi il funerale, direi anche no, non ho problemi con la fossa comune. Non ho neppure 7 figli da mantenere, neanche questa è una scusa, di anni ne ho quasi 37, e per ora non ho incontrato un uomo con il DNA con il visto d’entrata al mio utero.
Non ho scuse. Non mi sono dedicata anima e corpo alla scrittura, ho preferito un mutuo e un CV, per carità molto ben articolato con dei momenti degni di nota, tipo quando ho intervistato Annie Lennox o la Scarlett, si lei, la Johansson. Sono una vigliacca, e ora è tempo di rimediare. Non bastano più gli intermezzi sotto i ponti o nei boschi. It’s gotta work, now, here.
Nel mio caso è la poesia, la raccolta esiste ma è multilingue (cosa che trovo molto attuale, tra interail, erasmus, globalizzazione facebook e altre confusioni culturali, un poeta deve adattarsi). Il titolo è Arrivederci Ninfea, e nel mio autismo estivo si stanno scavando nuove poesie tra angoscia e iddilio, giusto così per avere materiale. Intanto, mi mancano altri 4 giorni per preparare un vuoto creativo. Il famoso vortex.
Cosa cacchio c’entra l’anguria? Dicevo, è capodanno, e come tutti gli anni tiro le somme e faccio nuovi progetti.
Di sogni ne ho a bizzeffe, ho anche un “bucket list” – chiamasi così dal detto hit the bucket, cioè crepare, cioè la lista delle cose da fare prima che finisci nel secchio, ovvero smetti di esistere- e si sta accorciando sempre di più, sia per saggezza buddista (la felicità è dentro di noi, bla bla, i desideri bla bla) o perché da un anno ho la netta sensazione che non vivrò molto, ergo impazzita sto scrivendo anche un testamento di notte.
Vorrei, se possibile, manternermi in vita almeno finché ho sperimentato:
A. l’ebrezza di vedere una mia raccolta di poesie in libreria. B. avere conosciuto, no perché di solito mi saluta e basta, l’amore vero totalizzante da strapparsi le vene. e C. no mi accontento di queste due, in ordine d’importanza.
L’anno scorso l’anguria la mangiavo con il nonno di nascosto dalla mamma, donna che ama l’ordine, e l’anguria a quanto pare porta disordine in cucina. Da sottolineare che l’anguria è una delle mie cose preferite al mondo, e non solo perché la mangiavo con il nonno. Ecco quest’anno niente anguria.
Niente follie di viaggi, niente 2014 e la mia vita nei boschi in una roulette anni 70 con tanto di anima gemella inglese a condividere tramonti e alba. Niente vagabondaggi e anti-materialismi, nessuna vera avventura pianificata, tranne un tentativo. E un’estate senza anguria. Cosa mi aspetta?
… Milano, fino a Natale c’est ça. La speranza si mischia a morte dentro, l’idea del cubicolo milanese castra la mia selvaggia natura, ma ho una sfida segreta, e la mantengo.
Vorrei tanto una sorpresa, un po’ di magia, una serenata sotto casa, non mi capita da un po’. Sorpresa, ti aspetto, e portami anche una cacchio di anguria.
In transito verso il periodo più riflessivo dell’anno, agosto, quello che precede l’attuare, quello che bastisce scritti e idee, amori e desideri (tra una nuotata, serata pazza tra amici turchi, e l’ombrellone, uno non può altro che fantasticare come una dama inglese dell’ottocento che vede per la prima volta carne maschile del mediterraneo in uno di quei viaggi verso l’Italia, così di moda ai tempi – ok leggo troppo Henry James);
Ecco la mia bucket list ridotta alla top ten dei top of the top, dai la vita è breve e non c’è tempo da perdere.
Poi magari andiamo a scrivere i nostri sogni sui muri di Milano come già fanno in California con il progetto “Before I die I want to…..” e io, tu, noi, tutti insieme a taggare sui muri della città i nostri sogni italiani-o-italoimmigrati.
Ok Before I die I want to…,
1. Vedere una balena.
2. Pubblicare un libro, che verrà amato.
3. Concerto per Pianoforte N°2 di Rachmaninoff dal vivo.
4. L’aurora borealis abbracciata (a. si spera un uomo meraviglioso) .
5. Andare al Fringe, con poi una capatina all’isola di Skye.
6. Mangiare l’anguria tutte le estati.
7. Mangiare l’anguria facendo tanto casino e sgocciolando in giro per la casa con – però su questo mi sono già messa l’anima in pace, se non sarà fa nulla – con i miei figli.
8. Ballare Tango a Buenos Aires.
9. Vivere a New York, one last time.
10. (non si può dire, questo qui è segreto segreto)
e se proprio non ce la farò a fare tutto, quest’estate ho un solo sogno nel cassetto, quello che però rischia di mandarmi direttamente nel bucket proprio per la sua straziante ricerca. E avete indovinato, è la numero 10. shhhhhhh. silenzio, ciak, vita, azione.
Domani lumo il fruttivendolo.