Cose Scomode. Il Lutto. NO Leggi, non scappare.Come affrontare un lutto. Smiley.

OK. Ne abbiamo bisogni tutti. Di cosa? Di un post allegro, o quasi, sul lutto. Tutte che parlano di fashion, gravidanze, diete, o altro, ma un post sul lutto? AH! Trovatemelo. Forse in America, lì parlano di tutto, amen la Free Press, pree Trump, maybe. Non so. No comment.

Come affrontare un lutto.

Ecco, dipende da dove vivi. Uno.

Se sei in the USA, fai un ricevimento, bevi, ascolti storie sanatorie. Se sei in Sicilia (credo che) hai donne pagate per piangere dietro il defunto, se sei al Nord lo seppellisci e amen, da buon protestante vai avanti con il tuo lavoro terreno.

Grazie Acy, che bell’argomento!

Sì. La vita è la morte, nel senso che una esiste nell’altra, quindi immancabilmente la morte ha un influenza sulla vita.

A. come la vivi

Non c’è un B, o un C. Senza la morte la vita non esisterebbe. Come quando butti un divano vecchio per comprarne uno nuovo, tipo.

Allora, facciamo pace con:

La prima volta che ho capito si morisse, avevo all’incirca dieci anni ed ero al mare, era morto il nonno di un amico. Non era tanto il fatto che fosse morto che mi creò disagio ma quanto il fatto che il suo corpo fosse ancora in casa per un paio di giorni e il mio amico sembrava da piccolo ometto qual era ai tempi, disarmato davanti ad una sofferenza reale, palpabile.

Io non ho mai visto un corpo, morto.

Ho scoperto che mia nonna è morta, su Facebook.

Ero preparata, perché era malata di alzheimer, ma prima ancora di essere malata, lei un crepuscolo mi ha presa per mano, portata nella sua stanza, e detto:

ho sempre guardato l’alba da questa stanza.

ho paura di morire.

Allora, lì. ho capito, che nonna non voleva esserci nel momento del trapasso, e aveva scelto l’alzheimer.

Ero triste di averlo scoperto via Facebook, ma non perché era morta e non l’avrei più vista, perché mi ero preparata, ma perché mi ero sentita tanto sola nel lutto, e ci vorrebbe un manuale di come comportarsi nei casi di lutto, tipo abbraccia i tuoi famigliari, o per lo meno fagli una telefonata.

Il mio cuore aveva perso, tanto. Ma ero diventata buddista, e un pochino capivo la vita e la morte.

Quando una notte nella campagna inglese, nella notte di Halloween, dove si dice gli esseri che sono a ritmo con l’universo abbandonino la terra, è mancato mio nonno, io dopo giorni di raschiare foglie morte dalla terra, avevo capito il ciclo della vita, e il principio fondamentale del: quel che non si vede più c’è ancora, e germoglierà. E germogliava dentro di me questa vita immensa, la sua, da portare avanti.

Mille voli e di più per arrivare alla moschea. Anche se non siamo credenti, ma se vuoi mettere qualcuno sottoterra non hai altra scelta, almeno a Istanbul. Mia madre che pesava 40 kg, e mendicanti, quelli che di solito si presentano ai funerali delle moschee, a prenderle migliaia di euro che lei dava persa nel lutto del dolore.

Una forza che non avrei mai creduto avere.

Il corpo di mio nonno che cade, dentro la fossa, perché da noi non si usa la bara, ma un lenzuolo avvolto attorno al corpo. E la sera sono uscita a festeggiare la vita.

Il lutto?

Cos’è il lutto? Questa cosa che accade, e deve accadere, con i suoi tempi.

Un saggio mi ha detto, ti manca il ruolo che aveva questa persona nella tua vita.

HO letto su un sito che il lutto dura due anni.

Forse è vero. Sono passati due anni, e forse ho fatto la pace con un passato con mio nonno.

Lui è qui. Dentro. La persona più importante della mia vita. Lui, che negli ultimi mesi era rilegato a una poltrona, e io facevo un’ora mezza di yoga davanti a lui perché lo divertiva non potendo più leggere o guardare la tele. Lui con il suo sguardo orgoglioso, davanti a me che ero forte e bella.

Cos’è il lutto. Dovremmo condividere di più questo argomento scomodo. IO ero in lutto, forse lo sono ancora. Se qualcuno mi avesse abbracciato, sarei stata meglio, ma da sola, in questo argomento scomodo, ho trovato ragioni di vita, gli insegnamenti, e lo sguardo di mio nonno:

  1. Trovare sempre un motivo per amare la vita. (anche dopo avere perso mia nonna, lui l’amava la vita)
  2. Essere sempre attenti agli altri. (nonostante le sue pene, la sua malattia, lui aveva sempre tempo per parlare con tutti e chiedere delle loro vicissitudini)
  3. Creare una vita meravigliosa. (lui, da bambino orfano, senza niente, era riuscito a diventare un uomo che andava in vacanza con il presidente della repubblica, e innumerevoli sono i ragazzi che hanno potuto andare a scuola grazie al suo aiuto)

Il Lutto? Crea nuova forza, un’incredibile forza, ed è un argomento essenziale, perché come dice Ikeda per capire la vita bisogna capire la morte.

Con tutto il cuore,

Acy

Sperimentare. Lezione 1.

And. I am back. Volevo creare un nuovo blog intitolato il diario di Acy, ma wordpress me lo ha impedito, esisto già, sono qui.

Volevo cambiare nome per scrivere del: nulla, e del, tutto. Diario, appunto. Invece, rimane la miscela Cose Turche, e spero sarà uno sguardo – mio – che possa aiutare gli altri a farsi una risata, o semplicemente a cogliere la vita mentre questa va avanti. Stiamo al passo, attenti! E’ meravigliosa!

Sperimentare. Nella lista delle cose (turche forse) senza senso che compio ogni giorno, ultimamente, senza nessun reale bisogno economico, ho cominciato a fare la babysitter, no scusate più chic – la nanny inglese, ma sono turca, però parlo inglese. Sono capitata in questa avventura per sbaglio, in realtà avevo messo un annuncio anni fa pensando che era meglio stare con un bambino piuttosto che in un ufficio. Dopo anni, qualcuno mi ha contattata, anzi tantissimi, in un attimo sono diventata richiestissima, e come spesso mi capita, ho accettato l’occasione che mi veniva offerta.

Perché? No, non c’è un perché, per regola io provo tutto. Provate anche voi. Si scoprono un sacco di cose.

Ho capito che non voglio figli.

Ho capito che cambiare il pannolino di un bambino che non è tuo è umiliante, lo è, non so perché lo è, almeno per me.

E mentre insegnavo al bambino di due anni a leggere un fumetto su Kafka, e scrivevo poesie, e poi gli cambiavo il pannolino, non a Kafka, ma al bambino, con il metodo ACY, cioè Bagno Completo, che io lo sporco a quanto pare non lo tollero, e se potessi prima di interagire con il sudicio bambino di due anni lo metterei sotto una doccia acida anti-malattie, ho capito.

Lezione 1. Sperimentare di avere un bambino: fatto.

Esito: anche, forse, non tutte sono fatte per. (scusatemi).

Diario post 1, fatto. Voglio raccontare, perché sperimentando a caso, nella mia vita succedono cose inspiegabili, e come per magia, poi scrivo. qualcosa. anche se merda.