Ho letto un’intervista a una neo-scrittrice, che tra l’altro proclama nell’intervista che le fa schifo e non le interessa esserlo (?), e sarà il giornalista, o sarà vero che l’ha detto, ad un certo punto dice “scrivo perché devo, perché non riesco a smettere”.
Che gran palla, scusatemi. IO non ci credo. Cioè, faccio fatica anche a farmi venire idee da scrivere sul mio diario, e ho una vita veramente movimentata e ilare, ma io questo fiume creativo non l’ho mai visto. Perché?
Non esiste.
Scrivere è un mestiere. A volte ti pagano, a volte no, a volte ti leggono, a volte no, a volte hai idee, a volte scrivi anche se non hai idee, è un po’ diciamo come fare la prostituta, o vai bene quel giorno, o no, o c’hai voglia, o magari mai, ti fa schifo. Non ci sono certezze. Ma tu sulla strada ti ci devi mettere e aspettare che passi la macchina.
Come ogni mestiere, un po’ lo devi scegliere e un po’ da bambini t’influenzano. Magari volevi fare il pompiere e ti hanno ripetuto incessantemente che eri bravo a scrivere, e tu idiota ci hai creduto, e non solo, hai pensato con il tuo animo fanciullesco che se ti dicono che sei bravo, A, non solo lo sei. B. ti verrà facile.
Assolutamente no dirindirina.
e in più a volte manco ti piace. me lo ha chiesto la psicologa un paio di anni fa “ma ti piace scrivere, ti diverte?” e io l’ho guardata come se fosse scesa da una locandina di Lautrec ballando il can can.
“Scusi, non capisco la domanda”
“Mentre lo fai ti diverti?”
E io “Ma dovrei?”.
O forse per la scrittrice sopra citata e per Marcel Proust che obbiettivamente non aveva un cacchio da fare tutto il giorno a letto – un po’ come la Frida Khalo che dipinge perché travolta da un tram e legata a letto pure lei – viene facile, e per noi altri mortali non imprigionati a letto no.
Ma quando ci viene qualcosa di decente, o un solo complimento fatto anche dal panettiere che magari ti legge perché gli piacciono le tue tette, TU ci credi e sei felice tutto il giorno. Creare è come drogarsi, poi cerchi costantemente quell’emozione, essere letta e complimentata. Devo essere onesta, neanche un bacio mi rende felice quanto essere letta, e dubito che amerò mai un figlio più di quello che scrivo. Sono un egocentrica di lotus.
Ecco, come ogni tossico, io sono consumata. E sono anche pazza (questo lo ripeto spesso), non solo scrivo perché mi piace, ma scrivo sempre, in ufficio, per clienti, per sto blog, un diario, poesie, racconti, intervisto persone e racconto le loro storie. Oppure esco con gli amici e loro si aspettano che io racconti storie, cosa che io faccio, e sono anche brava.
Sono consumata. Non voglio più scrivere, ma non so come altro vivere. Come si fa? Ho tutti gli effetti collaterali, insomnia, o troppa somnia, ansia, attacchi di panico, isteria, depressione, pianti, mal de vivre, euforia, iperagitazione ….. e la lista goes on. Perché? Beh l’ansia da prestazione, e a volte un occhio che non ti guarda con ammirazione, sopratutto al lavoro dove diciamo nessuno è stato istruito della tua psiche debole e del fatto che devi essere accudita come il sedere della J. Lo prima di un concerto per un banalissimo copy, ma tu in quel copy ci hai messo la tua anima, e nessun te la sta cagando.
Sempre la psicologa
“Forse dovresti dipingere? Ti diverte dipingere?”
“Io si, infatti prima d’imparare a scrivere, disegnavo fumetti”
“Ah”-
E in più, questo mestiere che ho scelto, non sono manco sicura di essere brava a scrivere ecco. Mi arrendo. Voglio essere felice, so che sono brava a fare altro, sono felice quando faccio altro, sono nata forse per fare altro, e forse i miei parenti si erano sbagliati. Non ho nulla da dire.
Ma sto anche aprendo un progetto digitale sulla poesia . stay tuned sarà fantastico. just a hint… questa foto (credits Lucrezia Testa Iannilli)
Io voglio ascoltare. Ho capito che sono brava a sentire le persone e mi viene istintivo accoglierle nel mio abbraccio. Non sono una bestia da ufficio, non sono un attrice, non sono una cantastorie, non sono una copy, non sono un editor, non sono una traduttrice. sono io, una cosa turca che scrive cose turche.
Non ho talento, ma voglio arrivare alle persone farle sorridere e stare bene, del mio ego, francamente? Me ne infischio.
Scrivere è una prigione.
Sono qui su questa terra per amare, questa è la mia missione. Mi arrendo. Grazie universo.
Voglio fare la healer, lo hanno detto i tarocchi, e non potrei essere più d’accordo.
vabbé il blog lo continuo, è una droga, l’ho detto. e in più alla gente piaccio, pare.
Non esitate a commentare, questo post è un vero pickle.
ah. e perché non iniziare un movimento se mi taggate su instagram chiedendomi di venire nella vostra home a raccontarvi una storia, recitare una poesia, why not, sarebbe un modern cantastorie tour. (solo sweet homes and sweet people)
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